Passano gli anni

 

 

Intanto gli anni passavano lenti, i miei sogni galoppavano sempre più veloci ed il mio conticino in banca cominciava lentamente a salire. Lentamente, ma intanto saliva!

Poi un bel giorno mio padre, forse mosso da commiserevole compassione, spuntò con in mano due biglietti aerei per Roma!

N O N  P O T E V O  C R E D E R E  A I  M I E I  O C C H I ! ! !

Avrei volato! Ma ci stiamo capendo? AVREI VOLATO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Avrei staccato i piedi da terra, e questa volta per davvero, non più sognando ad occhi aperti (ed anche chiusi perché sognavo spesso di volare mentre dormivo)! Fantastico, grande papà!!!

Arrivò il gran giorno dell’imbarco! Che emozione, non sapevo neanche più cosa pensare… si, e me lo ricordò l’altoparlante dell’aeroporto cosa pensare. Per chissà quale complesso motivo, non c’era posto sull’aereo che da Torino sarebbe partito, di li a poco, per Roma.

MINCHIA NOOOOO!!!!!! Calma, avendo pagato non era immaginabile che ci avessero mandato a casa, forse. Ed infatti ci caricarono su un pulmino diretti a Genova. Saremmo decollati da li per Roma. E vabbè, tanto è uguale, su per giù!  

Arrivammo dunque all’aeroporto di Genova, facemmo il check-in, salimmo sul pulmino ed arrivammo all’aereo. Fu quella la prima volta, se non ricordo male, che toccai un aeroplano! Che sensazione! Era un DC9 serie 30 dell’ATI (Aero Trasporti Italiani) battezzato Lombardia. Ho ancora una bella foto che gli feci appesa in garage.

Appena a bordo mio padre mi diede una pastiglia per il mal d’aria. Avrei dovuto inghiottirla intera ma non avevamo dell’acqua, ed allora la masticai con il risultato che il palato mi si gonfiò come un pallone. “Oddio, adesso devono chiamare un’ambulanza perché soffoco e non posso più decollare!”. Che beffa sarebbe stata!

Insomma, cinture allacciate, motori accesi, portellone chiuso, rullaggio sulla pista, cuore a mille e … DECOLLO! E chi se lo dimentica quel decollo, quando l’aereo staccò da terra e salì verso il cielo. Sotto il mare e sopra il cielo! Entrambe azzurri! Cavoli, in quel momento mi commossi, non lo dimenticherò mai!

Durante quel volo conoscemmo il tecnico del volo, di Napoli, che poi casualmente, qualche settimana dopo, incontrammo a Torino.  Ne nacque una amicizia purtroppo ora persa, ma questa è un’altra storia.

Ricordo bene che, durante gli anni del liceo, avevo rotto talmente le scatole ai miei compagni di classe con gli aerei, nessi e connessi, che mi avevano soprannominato “Picio Aeronautico Potenziato”. Non occorre sottolineare il fatto che ne andassi fiero!

Basti pensare, per quanto ero rompipalle, che un pomeriggio andai all’aeroclub di Torino per accompagnare un mio caro amico, Paolo Cobol, in quanto quest’ultimo voleva fare un volo in aliante. Ebbene, cominciai a rompere talmente le scatole al pilota dell’aereo che trainava in quota gli alianti, che ad un certo momento mi disse: “Dai, salta su!”, e mi portò in volo, non dopo avere fatto rifornimento (con io già seduto sull’aereo)  mentre portava candidamente un aliante in quota. E pensare che mi fece pure provare la scivolata d’ala !!! Fighissimo !!!

 

Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ho provato diversi modi di volare, tra i quali delta a motore, mongolfiera, piper, aliante, ULM, l’elicottero. Gli studi sono terminati, il servizio militare è stato assolto, un lavoro trovato e stanco di passare la vita con il naso all'insù …