Prologo

 

 

“… ok Glìcole, il vento è buono, quando vuoi…”.
 Ed è proprio su quel “quando vuoi” che mi sono spesso soffermato a ragionare. Intanto riguardo quel preciso momento, dopo che l’istruttore assistente in decollo, con faccia serena e gioconda, con un leggero risolino satanico sulle labbra, mi guardava dritto negli occhi!
 Ero tutto legato nell’imbrago, impacciato nei movimenti, quasi immobilizzato più dalla paura e dall’emozione che da tutte quelle cinghie e moschettoni, come un arrosto legato da un filo di cotone, come un salame appeso al muro messo a stagionare.
Eppure mi trovavo li, orgoglioso ma letteralmente paralizzato dalla paura.  Se avessi avuto un pannolino in mezzo alle gambe me la sarei fatta addosso, ovviamente per pura comodità, per non avere la forza di volontà di trattenere l’istinto della minzione.
Era una giornata di primavera, serena, con una temperatura gradevolissima! Il profumo di una nuova stagione che arrivava. La stagione più bella.
Eppure quando stavamo salendo, in macchina, fino al punto in cui si doveva posteggiare e proseguire a piedi, l'altezza dalla pianura cresceva secondo dopo secondo e, secondo dopo secondo, cresceva in me una preoccupazione sempre maggiore che sopivo con l'ironia. Ma una cosa era certa, che dentro di me ironico proprio non ero!

 

Ma chi è Glicole? Immagino Glicole come un personaggio di un fumetto in un mondo con colori pastello. Alto e magro, tipo Pippo del fumetto Topolino, con la testa tutta bella pelata, un po' allampanato ma con un cuore buono e generoso. Pensa più agli altri che a se stesso e, il più delle volte, accetta il fatto di poterci rimettere anzichè fare un torto a qualcuno. E' anche però un bel furbetto, tutt'altro che stupido, capace di leggere negli occhi della gente che cosa gli passa per la testa in quel momento.


”Glìcole, ma chi te lo ha fatto fare!!!” mi dissi. Ma ormai ero li, in gioco ed allora… giochiamo e vada come vada, chissenefrega!
Era il periodo in cui Zucchero cantava "Funky gallo come sono bello stamattina, non c'è più la mia morosa e sono più leggero di una piuma”, ed ogni volta che mi capita di ascoltare quella canzone ricordo esattamente quel momento.
Cavoli, ma poi avrei dovuto buttarmi giù da quel baratro? Ma é illogico ed innaturale, va contro tutti i principi ed istinti di sopravvivenza!
 Ok, se è il mio momento, ebbene che lo sia, me la sono cercata. Ma poi perché? Tutto si riconduce ad una mera statistica. Ma possibile che debba essere io il primo pirla ad essere scritto su un foglio di carta? Già immaginavo i commenti: “poverino … che sfortuna … proprio al suo primo volo”.
Scrollo la testa per allontanare il nefasto pensiero!
Uno, due, tre,… le gambe cominciano a correre all’impazzata, si replicano automaticamente tutti quei gesti ripetuti in campetto fino alla nausea.  Quattro passi con l’istruttore in decollo che, con la faccia sempre più goduta,  mi urla “corri, corri, corri, non fermarti, corri,…” e poi …
… LA TERZA DIMENSIONE !!!!!!!!!!!!!!!!